Che cosa c'entrano gli 883 con il folk di matrice irlandese? Se la vostra risposta è "niente", mi trovate perfettamente d'accordo. Bisognerebbe spiegarlo agli "In the kitchen", o per lo meno consigliare loro un bravo ghostbuster, considerato lo spirito fantasma di Max Pezzali che aleggia minaccioso sul loro ultimo album, "Ci vediamo tutti al bar".
Ai piemontesi viene da tirare le orecchie, perché non è che non ci sappiano fare, anzi. Il loro folk-rock non è da novellini: tra violini e mandolini ci si ritrova a battere inevitabilmente il piede per terra e a immaginarsi in un paesaggio a metà tra le langhe piemontesi e le verdi colline irlandesi. "The Star of the County Down" è un pezzo (live) che non ha niente da invidiare ai Modena City Ramblers, tanto per capirci. Ma quando gli "In the kitchen" abbandonano il loro inglese simpaticamente stentato e si chiudono nello studio di registrazione, le cose cominciano ad andare storte: la genuinità e la forza che sprigionano nei live si dissolvono nel nulla, lasciando spazio a melodie già sentite, sonorità plastificate, linee vocali che mal si sposano con la musica. E quando, ascoltando "In volo" e "L'isola"; mi ritrovo a canticchiare "Bella Vera" dei sopracitati 883, ho la conferma che qualcosa non vada.
I ragazzi, per citare un cliché scolastico, sono bravi, ma non si applicano abbastanza, e sono rimandati al prossimo album. Ci rivediamo tutti al bar, magari stavolta senza Max.
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La recensione Ci vediamo tutti al bar di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-08-19 00:00:00
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