Ascoltando le tredici tracce di "I love you fortissimo", si ha l'impressione che siano disomogenee. Nel frattempo, però, in testa, già si sono memorizzati sprazzi di melodie e strani pezzi di testi. Il motivo è uno solo, è molto semplice e insieme importante. I Numero6 hanno un talento assoluto nello scrivere grandi canzoni pop. Una dimensione pop tutta particolare, fatta di testi compressi a forza all'interno delle canzoni e di musiche che possono sembrare senza direzione, ma che al momento giusto trovano sempre il modo di piazzare il ritornello da canticchiare. Questo continuo movimento, di fuga laterale e ritorno a casa, fa sì che il disco non cada mai nella banalità. Al contrario, anche nei passaggi più accessibili, il gruppo cerca sempre di destabilizzare la situazione.
È quanto accade nel primo singolo, "Maledetta": il ritornello è cantabilissimo, ma la batteria in primo piano è messa lì apposta per spezzare il crescendo emotivo. In tutto il disco, quando i pezzi potrebbero aprirsi del tutto, acquisendo nei limiti del possibile potenza d'impatto, un elemento arriva a bloccare questo sviluppo. Che sia batteria, basso o testi complicati, poco importa. Ciò che conta è la volontà dei Numero6, che gestiscono ormai talmente bene la forma della canzone pop da poterla manipolare a loro piacimento, fermandola un passo prima che diventi troppo sfacciata. A suo modo, è una dichiarazione di fedeltà alla poetica dei "piccolissimi pezzi", cantata in un brano di "Dovessi mai svegliarmi" e vero e proprio elogio dell'understatement ("Io non faccio poesia verticalizzo e bado al sodo, mi alzo troppo tardi e da piccolissimi pezzi nasce il quadro"). Quegli stessi piccolissimi pezzi sono oggi alla base di molte canzoni: "Dell'inadeguatezza" sviluppa il tema della bassa autostima, prendendo spunto dal pensiero che il proprio carrello della spesa non sia all'altezza di quello degli altri; "Mutazioni" imbastisce una lunga metafora, partendo dalla trasformazione dei chicchi di mais in popcorn, mentre "Vinavil" gioca sul cambiamento, ma assumendo come punto di partenza una seconda pelle creata sulla mano dall'uso della colla.
Gli spunti sono tanti e disseminati ovunque: dai commenti tennistici di Lea Pericoli alle brutte canzoni di Povia, dalle tecniche di marketing discografico ai biglietti aerei per il Nord Europa. Una grande quantità di stimoli, compattata da testi impervi e impacchettata da musiche "dall'umore collinare", che per impostazione e tendenza al divagare si riallacciano a quanto ascoltato nel disco d'esordio "Iononsono". Questo ritorno alle origini, unito alla maturità compositiva raggiunta con "Dovessi mai svegliarmi", garantisce un equilibrio che rende "I love you fortissimo" uno dei migliori dischi del 2010. È ben scritto, ben suonato, ben arrangiato. In più, ha un'identità unica e subito riconoscibile. Perché musiche e testi di questo tipo, in Italia li fanno solo i Numero6.
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La recensione I love you fortissimo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-20 00:00:00
COMMENTI (7)
:)
tanta roba!
finalmente un disco interessante!
Bitossi è una vecchia volpe, sa come fare CANZONI e le fa con quell'alchimia e quella precisione che fin dal primo ascolto questo disco ti rimane in testa. Lo ha fatto coi vecchi gruppi e i vecchi cd, con l'ep di un mese fa, coi Nome... e non lo sto mica criticando, eh? Anzi, lunga vita a lui...
Bello il disco!
Saranno dal vivo a Milano giovedì 25 novembre per la Backpacker Night al Frame.
che bella che è due giganti, la ascolto a rotazione
felice che siano tornati i Numero 6.
gran bel disco.
aspetto con impazienza di vederli live....:[