Torinesi wannabe-USA, i Purple Finest sono l'ennesima super-crew italiana che non ha ancora capito che, per fare questo tipo di rap in Italia senza fare la figura dell'Alberto Sordi americano a Roma, ci vuole talmente tanto talento che fino ad ora ci sono riusciti solo i Club Dogo, Marracash e pochissimi altri.
"PURe PLEAsure" è praticamente un mixtape all'americana, ossia una raccolta di tracce con un sacco di rapper sopra, mixato alla buona, con brani che parlano del nulla o poco più e realizzato in un'ottica da buona la prima, senza troppe pretese artistiche. Il problema – primo fra tanti – è che qui, a differenza che nel made in USA, tutto quello che rende fresche e interessanti questo tipo di produzioni viene quasi completamente a mancare. L'ascolto infatti è pesante e prolisso mentre uno dei principali indici di riuscita di un mixtape dovrebbe essere proprio la scorrevolezza, e questo è da imputare principalmente alla scarsa capacità d'impatto della maggior parte dei componenti della crew.
Mi spiego meglio. Quando ad esempio sul beat entra un rapper di caratura, tipo Ensi, Jack The Smoker o Nex Cassel (quest'ultimo autentica next big thing del rap zarro italiano), il divario è palese. Gli mc's targati Purple Finest infatti, pur essendo abbastanza capaci, stanno almeno due spanne sotto, e probabilmente non hanno ancora la maturità necessaria ad affrontare l'intera durata di un mixtape. Inoltre, giusto per ricollegarmi al primo paragrafetto: guardare oltreoceano è ok, lo fanno tutti, ma prendere a piene mani uno stile già completamente configurato è un'operazione che non ha molto senso, soprattutto se non si ha la capacità (e la voglia) di reinventarlo.
"PURe PLEAsure" è quindi un prodotto senza troppo appeal, che sicuramente si sono divertiti più loro a fare che noi ad ascoltare. Aspettiamo comunque le nuove uscite della crew pronti a ricrederci.
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La recensione PURe PLEasure di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2010-12-09 00:00:00
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