Pensare al Bel Paese ancora freschi di celebrazioni patriottiche non è poi così male in fondo. Certo, si deve spegnere la tv e chiudere gli occhi, isolarsi e non spiare quel che succede fuori dalla finestra. Perché poi è sufficiente distrarsi un attimo e lasciare cadere lo sguardo sulla track-list dei Minio Indelebile che la nenia da carosello e la parata di garibaldini nella testa si fermino di colpo. E come se non bastassero parole come "Prigione", "Giustizia" o "Fottuta politica" per indignarsi, oltre al danno si assapora amaramente pure la beffa scoprendo che questo album pubblicato recentemente contiene anche brani e idee di un decennio fa. Non c'è evoluzione, non c'è miglioramento, solo un paese uguale a se stesso.
Il gruppo bresciano si forma agli inizi degli anni novanta e di quel tempo si porta dentro l'anima grunge. Nonostante le influenze del genere tra gli Alice in chains e i Soundgarden si insinuino abilmente, sono abili a non fossilizzarsi e con elasticità riescono a fondere la loro aggressività musicale e l'asprezza dei testi a scorci più melodici, come in "Oro".
Il messaggio è chiaro e loro vanno dritti al punto, senza fronzoli di facciata così come dimostra anche la confezione scarna del booklet. E' un lavoro ben fatto e curato, il rammarico è solo per noi che non possiamo fare a meno di rispecchiarci nelle loro parole ancora così attuali.
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La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-04-01 00:00:00
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