Quando unisci gente così pazza è difficile che non ne esca fuori qualcosa di buono. Attivi dal 2008, gli OneFuckOne nascono dalla collaborazione tra Luca Giommi (ex Edible Woman) e David Starr. Un progetto raro, che ha le sue fondamenta sulla base di una cultura musicale precisa: new-wave, digital-core e psichedelia post-industriale si fondono dando vita ad un prodotto ermetico ed ostile, sensibile ed indubbiamente difficile all'orecchio.
Riff martellanti ed ossessivi caratterizzano questo esordio: otto pezzi fatti di battiti compulsivi, di reverberi metallici, di dettagli sonori che si moltiplicano fino all'esasperazione. La voce, monotona e ripetitiva, si mescola con fredda eleganza ad un tappeto analogico fatto di synth e tastiere anni 80, realizzando una fucina di stati d'animo cupi e psicotici, sempre inquieti e distaccati nonostante la forte voglia di comunicabilità. I riferimenti artistici sono tutti nell'avantgarde più angosciosa ed oscura degli ultimi decenni: dalla kosmische musik trasognante dei Tangerine Dream, alla perdizione metropolitana dei Suicide, fino al terrorismo sonoro di Alec Empire e i suoi Atari Teenage Riot. Il lavoro di Mattia Coletti in produzione rende tutto più compatto e mirato, affinando i contorni di una ricerca sonora straniante, fascinosa ed attraente, nonostante la sua dichiarata ostilità.
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La recensione We’ll be men once more di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-01-19 00:00:00
COMMENTI (1)
Beh, dai, non è poi così ostile! :)
Un album davvero interessante.