Un po’ troppe sperimentazioni nella ricerca dell’originalità
Sammy Rosko sperimenta quasi fino all’eccesso e - mettendo in contro che il più delle volte ci si trova ascoltare canzoni che sono la copia della copia della copia - non sembrerebbe un male. Purtroppo qui non si riesce a trovare un filo conduttore, mai. I suoni vanno infatti dal rock più classico, passando per musiche anni ’80 (“Back to the 80’s”), dal pop più orecchiabile (“Little whisper stomp”) fino alle aggiunte elettroniche; e mai una vera armonia tra le parti. Non si può negare la buona competenza e completezza musicale, che ci siano belle idee o che il progetto non sia pensato nei dettagli. E' un artista a tutto tondo (compone tutte le musiche, scrive i testi, suona tutti gli strumenti, si occupa anche degli artwork) e con una sua filosofia riguardo alla condivisione in rete (“l’unico modo per preservare il proprio lavoro è condividerlo”, dice).
Insomma le idee ci sono, manca una direzione, un disegno più chiaro che renda ogni brano unito con l'altro, tutte quelle caratteristiche necessarie perché delle canzoni messe insieme diventino un buon disco.
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La recensione The man who was a farmer now has a new name di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-04 00:00:00
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