Sono affezionato ai Tau Batò. Mi spiego meglio: non ho rapporti personali con loro, li ho visti solo una volta e non mi ricordo nemmeno che faccia abbiano, ma se guardo il mio personale album dei ricordi Tau Batò significa solo una cosa: primo concerto di Arezzo Wave 2001. E mi vengono in mente: le levatacce, dopo notti insonni passate tra i punk a bestia, per andare al Wake Up Stage a sentire i gruppi emergenti, il mio fido compare di tenda Gaetano (anche lui neo collaboratore di Rockit) e i suoi incomprensibili farfugliamenti in siciliano stretto mentre lo costringo a svegliarsi per prendere la macchina, Nick Cave e tante altre persone, volti e voci che preferisco tenermi dentro per non annoiarvi ulteriormente.
Ok, basta sentimentalismi inutili e parliamo di musica, che è meglio, come diceva il Puffo rompicoglioni.
I Tau Batò sono un quartetto di Arezzo, anche se ascoltando il cd-r d’esordio Il Monastero (registrato in un vero monastero benedettino) si potrebbe benissimo dire che questi ragazzi nel 1994 hanno preso un aereo per Seattle e non sono mai più tornati. Infatti, quasi tutti i nove brani del disco si rifanno a modelli nord americani, dai Soundgarden (“Nepal” e “Psicochic”), agli Screaming Trees (“Colazione a St. German” e Megamorfosi”), passando per soluzioni più vicine a gruppi del nostro paese (“Immagina” sarebbe benissimo potuto essere una canzone degli Scisma).
Il tutto ben suonato ed ottimamente cantato, con voce perennemente effettata come va molto di moda adesso, alla Strokes per intenderci. Dal vivo li avevo trovati ancora inesperti e poco aggressivi, mentre direi che la crescita notata in questo demo è poco più che sorprendente e vista la giovanissima età, ho la sensazione che in futuro potrebbero fare ancora meglio.
Se amate il rock potente ad alto tasso di psichedelia contattateli, non ve ne pentirete.
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La recensione Monastero di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-09 00:00:00
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