Uno dei dischi piu' venduti da parte di una band al loro debutto, e a ragione. Hanno imperversato per tutta l'estate le radio d'Italia con la loro riuscitissima cover di "Se telefonando" di Mina.
E non s'incontra leggerezza nella proposta di questo trio,infatti "Il mondo visto dallo spazio Babisky remix" tutto giocato su splendidi archi richiama alla mente gli Xtc di "1000 Umbrellas", un mondo visto dallo spazio pensando alla sola forza di gravita'con la musica dei Delta V che circola e sale diritta dai piedi fino al cuore. "Sei tu" t'inebria col suo fascino arcano ed alieno, poche note, pochi tintinnii dell'organo Hammond suonato dall'ospite Daniele Marsano mentre le chitarre di Flavio Ferri graffiano il cuore.
Un gruppo che ha raggiunto l'obiettivo e hanno visto bene la Ricordi e la One Drop ad accappararseli. Ma l'elemento che colpisce di piu' e' la bellissima presenza di Francesca Toure', una Marylin Baker dalla presenza statica e la voce diafana, fluttuante verso galassie infinite con la sua aria d'androide eppure coinvolgente. Inquietante calamita("Cento parole"). "Fascino" e' una ballata ipnotica, con un refrain che ricorda molto le colonne sonore di Piero Umiliani, un esperimento simile a quello dei Valvola, e che sta contaminando altre bands,la riscoperta dei B-movie italiani amalgamati con la psychedelia e il lo-fi space-rock. Il pregio dei Delta V e' quello di non aver sovrarrangiato il disco,ma aver mantenuto una linea tenue, anche se nella bellissima "Distante" condotta dai magici archi del Babinsky Quartet e che richiama alla mente le composizioni orchestrali del Todd Rundgren di "Birthday Carol",l'inserimento di una natural drums sarebbe stato piu' azzeccato. "Senza gravita" e' davvero piu' amorfa, la batteria elettronica comincia ad essere un po' noiosa, manca il ritmo, manca il movimento ma potrebbe essere un tentativo voluto. Ma la situazione viene ripristinata con "Palmer Eldritch" con le bellissime e liquide tastiere e il programming di Carlo Bertotti, che aumentano il tono decadente della voce di Francesca Toure', piano piano il night si trasforma in una soft discoteca drum'n'bass locata nei quartieri bassi di Marte.
Un disco concept sullo spazio tutto intorno a noi, sia macroscopico che infinitesimale, percepito attraverso le antenne di un transistor ed esplorato dal disco piu' volante di questo 1998. In ogni caso non sono rimasto impassibile all'attacco dei Delta V!
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La recensione Spazio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 1999-01-11 00:00:00
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