Dossy is back. Chitarre e synth. Basso, tastiera, batteria e pad. Subsonica e Bluvertigo nel cuore. Poi i Negramaro. Occhiata più che maliziosa al cantautorato italiano e ai suoi paladini più moderni. Tanta voglia di sperimentare e di aggiungere nuovi elementi alla tradizione pop unita all'elettronica. Sferzate rock e funky. Ballate d'antan e molti orpelli strumentali. Un po' di confusione e amalgama non convincente. Il desiderio di mettersi alla prova e ricercare combinazioni originali si trasforma in incoerenza, in componenti sonore che esulano dal contesto. Alternanze poco riuscite dei pezzi.
Si sente che nei Dossi Artificiali militano musicisti curiosi, a cui piace "giocare" e stupire. Riescono a coinvolgere con brani come "Fame d'aria", energica e grintosa e "Sine qua non", più dolce e delicata. Queste, le due anime del progetto. Le botte e le carezze. Cambi di rotta troppo bruschi e che lasciano perplessi, un po' storditi. Effetto crisi di identità. Le tracce non sono state composte da mostri del pop e nonostante alcuni elementi funzionino, si percepisce chiaramente una pesantezza in molti dei ritornelli, che si trascinano stanchi anche a causa di un cantato meno ispirato nei decolli e nei climax. Occorre un'operazione di "desaturazione". Un processo creativo da percorrere mediante la sottrazione. Una fusione fra sofisticatezza e ricerca di un linguaggio più immediato.
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La recensione Dossy is Back di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-10-31 00:00:00
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