Circo Fantasma Ad un passo dal vuoto 2001 - Cantautoriale, Rock

Ad un passo dal vuoto precedente precedente

Seguo i Circo Fantasma dal disco d’esordio, ovvero da quando fecero la loro ‘apparizione’ sulla scena musicale italiana con quel “Ninna nanna per la classe operaia” che puzzava di rabbia come pochi altri dischi d’esordio di quel genere (penso, ad esempio, a “Riportando tutto a casa”). Però, a differenza della ricetta folk dei Modena City Ramblers, quella del quintetto lombardo non si è quasi mai caratterizzata per l’autoreferenzialità, forse perché spesso alla ricerca di strade (sonore) parallele, che alla fine dei conti hanno sempre condotto a quel rock di chiara matrice americana che è da sempre un loro indelebile ‘marchio di fabbrica’. E infatti, se in “Tempi migliori”, il loro secondo album, avevano scelto di coverizzare i Dream Syndicate, stavolta si confrontano con un pezzo dei Los Lobos, altra band imprescindiile se si decide di suonare questa musica.

“Ad un passo dal vuoto”, quindi, è il disco in cui i Nostri cercano una sintesi ideale delle varie influenze, riuscendo (in parte) a centrare l’obiettivo. In merito a ciò, scriviamo subito che il lavoro svolto sulle chitarre ci sembra l’aspetto migliore, e quindi da evidenziare rispetto a tutto il resto del cd. Non a caso, l’apporto di un produttore artistico come Giorgio Canali è servito ad irrobustire quelle trame che adesso, col sopraggiungere dell’eta matura, si sarebbero potute man mano sfilacciare. Ma siccome nulla è già stato deciso in partenza, è la stessa band a smentire questa previsione del tutto arbitraria, imbastendo un disco che, come i precedenti, trasuda rabbia ed energia. In alcuni punti, tra l’altro, si sentono distintamente ‘acide soluzioni’ che fanno la differenza rispetto a tutto il resto; mi riferisco a brani come “Parole che sfuggono”, “Senza una meta”, “Ordine e disciplina” e la title-track. Sulla scia, anche se non esattamente, vi sono persino pezzi ‘tirati’ - quasi punk! - quali “L’abitudine” e “Inseguendo un'altra strada stanotte”, che fanno forse presagire dove la band potrebbe, un giorno non molto lontano, andare a parare.

Ciò non significa, comunque, che i Circo Fantasma abbiano messo da parte le ballate: “Coraggio da regalare”, “La mia eroina” (su cui, però, non capisco la scelta di un diverso vocalist!) e “Sogni che non ritornano” rappresentano ampiamente la categoria.

Tutto il resto, testi compresi, fa parte dell’immaginario della formazione che, coloro i quali già conoscono, non possono che approfondire. Per gli adepti, invece, gli indizi sono chiari nell’eventualità che si vogliano avvicinare alla musica di questo quintetto.

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La recensione Ad un passo dal vuoto di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-17 00:00:00

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