Devo dire che gli Edera sono precisi, quasi puntigliosi: il cd che ho ricevuto da loro è accompagnato da note biografiche, estratti dalle recensioni passate e testi. Non manca proprio niente. Rigoroso bianco e nero per la documentazione e per gli intenti.
Il gruppo propone un prog-metal con microinfiltrazioni wave. Tra le influenze vengono citati i Cure, oltre che Marillion, Queen e Savatage. Purtroppo i Cure (ultimo periodo non certo quelli di “Seventeen seconds”) non fanno che comparire a sprazzi in qualche vocalizzo del cantante. Insomma la wave succitata si esaurisce in qualche inizio con basso cupo o refrain di piano reiterato (perché dura solo qualche secondo? Piu’ lunghi questi intros per favore!) e nell’ultimo pezzo del cd “Pond”.
Oltre il citato “Pond” che ci regala qualche gioia ho apprezzato “Broken Glass” che mi ha ricordato per buona parte della sua durata qualche episodio degli Ozric Tentacles.
Esclusi questi due rimangono gli altri pezzi che per un non appassionato del genere sono solo elucubrazioni manieristiche sullo stile cambio di tempo+chitarre pulite+voce teatrale+tappeti piacevolmente familiari. Insomma qualcosa che non deluderà i fans prog-metal evoluti(?) ma che mi annoia già al secondo ascolto.
Comunque gli Edera non sono cattivi. Non si abbandonano mai a una prolissità che ci si aspetterebbe con siffatte influenze e tecnicamente (come è ovvio) non sono certo da buttare.
Se a questo aggiungiamo che il demo è anche ben registrato (solo non si potrebbe dare meno volume alla voce?)…non posso che consigliare questo cd a tutti gli amanti di certo sound fine ’70 messo a nuovo.
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La recensione Edera di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-24 00:00:00
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