Vetrozero L’incredibilefficaciatattile 2001 - Rock, Indie

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Ira e confusione, musica disordinata che si scaglia violentemente sull’ascoltatore, come per stordirlo. Questa è l’impressione che si ha ad un primo ascolto dei Vetrozero da Trento.

Poi dal magma emerge qualcosa di quasi-nitido, dei punti di riferimento più o meno cercati che creano un impasto sonoro sorretto da una voce arrabbiata : il grunge, il furore dei RATM e un’attitudine sbilenca appartenente a certo post-punk, ormai non più sotteraneo (gli Unwound??); insomma, la musica che ha dettato la legge nell’America degli ultimi quindici anni.

Partendo dalle cose buone mi viene in mente “Apologetica”, con un ritmo tranquillo che si sviluppa su distorsioni melodiche alla Pixies; e ancora “Koerenza come speranza”, che incede scoordinata nel suo dolore. Purtroppo, però, ci sono anche pezzi come “A 30 miglia di mare” e “Stato”, dove è il caos a farla da padrone; non il caos creativo, che tante volte ha reso affascinante la musica degli anni ‘90 (La Gioventù Sonica per tutti), ma quello nella mente dei musicisti, alla ricerca di una formula assurda, che sintetizzi elementi troppo diversi tra loro per una pacifica convivenza.

Il gioco degli opposti dei Vetrozero è coraggioso e rischioso al medesimo tempo: quando riesce, stupisce e lascia il segno, ma troppo spesso rende la musica priva di coesione; meno idee, meglio organizzate, darebbero uniformità al loro sound acido e distorto, che non manca certo di grinta.

Poca cosa la rabbia senza controllo, potrebbe anche pensare qualche saggio. Per me è abbastanza, soprattutto quando dei mollaccioni come i Bluvertigo (se non si può dire, metterei i Placebo) imperversano nelle classifiche underground.

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La recensione L’incredibilefficaciatattile di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-25 00:00:00

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