Sudest Ombre 2001 - Rock, Pop

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“Ombre” è un disco che mi illude: la prima traccia è veramente una bella sorpresa. Cattura la mia attenzione e mi fa illuminare gli occhi, nella speranza che tutto non sia un semplice fuoco di paglia. Suoni delicati che si rifanno ad una tradizione classica semi acustica, ma con spunti e un buon gusto non facilmente rintracciabili.

Il primo paragone che mi salta in mente, per quanto azzardato, è quello con uno dei tanti dischi usciti ultimamente su qest’onda: “Natural history” di I’m Kloot… e questo intende essere un complimento. Ma, ahimè, quello che era il timore prima citato si materializza fin troppo repentinamente: la seconda traccia, per quanto non sia orribile, perde quella raffinatezza e quella classe che via via sono calpestati nei restanti brani di questo lavoro. Cambia tutto, ed è come se un gigantesco ferro da stiro passasse sulle registrazioni proposte.

I testi diventano sempre più scontati, fino a sfiorare l’irritante (“tu sei il desiderio che mi fa impazzire, tu sei la luce che mi rende cieco, tu sei la vita che m’esplode dentro. Dentro te mi sto cercando…”) e l’esecuzione canora pesca nel più banale andazzo su cui si poggia la canzonetta pop italiana - con tanto di enfasi in stile San Remo - che porta il tutto al limite del palloso.

Niente da dire sulla qualità dell’opera sotto il profilo tecnico, ma, come al solito, questo non è sufficiente a rendere appetibile un disco, tantomeno questo “Ombre”.

Come sempre mi piace vedere il lato positivo, e così preferisco pensare che la title-track non sia in effetti solo un fuoco di paglia, ma piuttosto un buon punto di partenza per scordarsi definitivamente le lagnose e sofferenti canzoncine d’amore che per ora sono gran parte di quello che ci viene offerto dai SudEst.

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La recensione Ombre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-10-28 00:00:00

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