Ratafiamm Low Budget Invasion 2011 - Lo-Fi, Indie, Folk

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Ad essere sincero, non riesco a districarmi molto tra i testi. Mi è difficile capire bene cosa voglia significare la metafora del primo cane spedito sulla luna, dell'acqua che non ha confini o della neve che non fa rumore [tenete presente che io questo disco l'ho ascoltato una serie spropositata di volte (il giorno che l'ho scaricato l'ho tenuto su per intero 8 repeat di fila: significa un viaggio Piobesi d'Alba / Milano, e son quasi 4 ore, poi la notte fino a quando non mi sono addormentato e al mattino dopo appena sveglio) e quindi abbiate pazienza se non vi segnalo i titoli delle canzoni ad ogni citazione fatta, ormai mi escono così, senza pensarci]. In più vorrei andare oltre le immagini, lo dicono anche loro: non basta il panorama. Cos'hanno di davvero importante i Ratafiamm?

Per me hanno capito che tra il senso di colpa e il senso del dovere c'è una linea sottile. Un po' come il buco attorno al quale girano orgoglio e autostima. Tutte cose che vale la pena descrivere. L'indolenza che poi diventa stato di necessità, e poi atteggiamento zen, per farsi scivolare addosso le cattiverie e resistere all'amore ridotto in briciole, come un gorilla che supera a destra le difficoltà ballonzolando lentamente su una traiettoria obliqua. E poi sanno restituirti la fatica di una relazione uomo-donna spiegandola attraverso i diversi stili di nuoto. E poi il sentirsi obbligati e rimaner vicini per paura che si bruci la cena. O essere le uniche due spie che sanno la verità. Ripeto: se non capite i riferimenti, ascoltate tante (ma tante) volte questo disco.

Un disco che ha sicuramente molte pecche. Gli echi new wave, i toni scuri, sono interessanti ma aggiungono poco a canzoni che starebbero in piedi anche solo con chitarra e voce. Poi, il rimando ai Virginiana Miller è un po' troppo presente. Usano parole vecchie che non aiutano (Salomè a parte, manca qualche piccolo spunto che tolga la polvere a favore di uno sguardo contemporaneo). E già che ci sono: se avessero ridotto il numero di brani, quelli forti (vi consiglio: "Primo cane", "Se mi allontano", "Ratafiamm", "Il passo obliquo", "Lezioni di nuoto") avrebbero avuto più risalto. Quindi non rappresentano certo una boccata d'aria fresca per la scena cantautorale italiana, i Ratafiamm, ma (ed è questo l'importante) sanno come incidere nell'animo umano, sono riusciti a pescare cose che avevo seppellito piuttosto in fondo; e non è robetta, ve lo assicuro. Sarà per quello che non ho ancora smesso di ascoltarli. Meritano spazio, dateglielo.

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La recensione Low Budget Invasion di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-18 00:00:00

COMMENTI (6)

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  • fedesi 13 anni fa Rispondi

    bello!

  • babbai 13 anni fa Rispondi

    io me ne sono innamorata.
    ...anche di Enrico

  • berry8 13 anni fa Rispondi

    disco molto interesante!

  • graziemario 13 anni fa Rispondi

    noi ascoltiamo curiosi

  • leo 13 anni fa Rispondi

    Io intanto lo scarico e per questo vi dico grazie :-D
    lo ascolterò con calma nel mio lettore Mp3

  • alecaru3 13 anni fa Rispondi

    ''ratafiamm'' fa venir voglia di innamorarsi.