Tirate fuori dagli armadi le felpe col cappuccio nero. È il loro momento.
Tanto caro mi è quel filo spinato che lega le chitarre di Iron Maiden, Slayer, Megadeth e Nightwish. Tanto cara mi è la voce da orco che saltella da Cannibal Corpse a Rammstein fino ai nostrani Surgery. I palermitani Untory ben si adagiano tra i rimandi citati e credo che Ivan Bologna tenti ogni rimedio della nonna per difendere la sua ugola in pasto alle fiamme.
Oltre a dimenarsi, ha firmato anche l’artwork di “The Roots Of Pestilence”. I numeri ci sono tutti, si urla, si perdono capelli a furia di ruotare la testa e si viene assolti fin dalla prima canzone. Veloci, insistenti, inquietanti quanto basta. Ritti e minacciosi nelle foto dell’album. Insomma, un gruppo metal come te lo aspetti.
"Prima Lux" è la traccia perfetta per correre, con un cappuccio nero, nel Passetto di Borgo da Castel Sant’Angelo a San Pietro. "Holy Rites", in chiusura, serve per cacciare i parenti durante le feste, mai ne sentiste il bisogno. Un ottimo disco: farà colpo sugli amanti del genere, aspettiamo lo spunto affinché emergano a pieno.
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La recensione The roots of pestilence di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-03-30 00:00:00
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