Confesso che quando avevo letto nelle note del booklet, prima di ascoltare il loro demo-cd, che i Nobodaddies andavano "ancora" a scuola mi è venuto subito da storcere il naso. Pregiudizi immotivati o semplice sfiducia nella gioventù? Non lo so, fatto sta che durante l’ascolto mi sono dovuto (piacevolmente) ricredere.
Nonostante la registrazione alquanto scadente, occore dire che i 6 pezzi sono senz’altro un bel sentire: canzoni ben strutturate e articolate attraverso melodie, arpeggi sofisticati e morbidi accordi. A prevalere sono le atmosfere tristi e distese ("feeling bad" , "too big") che possono rimandare tanto ai primi lavori dei Radiohead quanto, andando a ritroso, ai Pink Floyd (periodo post-Barret), anche se non mancano impeti nirvaniani più ruvidi ("pall mall blue") e una certa vitalità chitarristica.
Per quanto mi riguarda però il premio migliore canzone lo vince "just a shadow", costruita attorno a pochi accordi, che mi riporta alla mente l’urgenza dei primissimi Cure. Sono quindi pezzi ben fatti e che funzionano, ma la situazione non è solamente rose e fiori; i difetti di certo non mancano a cominciare dalla voce piuttosto deboluccia e non sempre intonata, da qualche cambio di tempo nefasto, e da un’insana tendenza a scopiazzare riff o passaggi altrui. Insomma manca un po’ di personalità e c’è qualche ingenuità di troppo. Ma a chi non si perdona un peccato di gioventù? E in quanto a questo credo che il trio abbia tempo in abbondanza per maturare e migliorare visto che tutti e tre insieme arrivano a malapena a 52 anni!
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La recensione Withous Tea di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-11-13 00:00:00
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