Fa piacere scoprire che il metal italiano non si ferma alle continue riproposte del cosiddetto ‘nu-metal’ di korniana memoria (che per quanto nuovo ha già rotto le palle a tutti!), e ogni tanto è capace di offrire emozioni molto più intense.
I Latex Baby, ad esempio, si impegnano nel dare un nuovo senso al concetto di musica estrema, rifacendosi a due generi che dell’estremismo hanno fatto la propria bandiera: la musica industriale inglese e il black metal norvegese. Il risultato è uno stile tanto tecnologico quanto intenso, che solo in minima parte si rispecchia nei sopraccitati generi. Se “Weak flesh persecution” e “Pierced clits & razorblades” si inseriscono perfettamente in una tradizione elettronica dedita a evocare stati allucinati e perversi, i due brani cantati (si fa per dire), “Cut-off throat” e “Lacerated wombs”, si avvolgono in un vortice sonoro capace di inghiottire 20 anni di rock malefico. Vengono alla mente le ritmiche ossessivi dei Godflesh più oscuri, il magma sonoro indistinguibile dei primi Carcass, l’esoterismo pagano dei Current 93, la sconnessione armonica di Merzbow, i riff omicidi dei Napalm Death, la blasfemia satanica dei Mayhem. Ma soprattutto, una volta tanto, i testi da assassino seriale fanno veramente paura.
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La recensione Stab di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-11-22 00:00:00
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