Ero inizialmente ben disposto verso questo demo: digipack casalingo à la “No code” onesto e suggestivo, grafica ben curata e un’esauriente biografia; anche i primi ascolti distratti mi avevano rivelato alcune melodie accattivanti (la prima “Contamina”), ma poi…
C’è francamente molto poco che si lascia ricordare in questo cd e non basta condire alcuni brani con l’elettronica (a dire il vero discreta e ben usata) per catturare l’attenzione dell’ascoltatore, costretto per la quasi totale durata del demo a lottare contro lo scazzo. La registrazione (scadente) penalizza il buon lavoro della chitarra, mettendo in primo piano la voce, a tratti davvero imbarazzante e chiaramente affaticata, non grintosa bensì rauca, poco sensuale e spesso inespressiva… e dire che il vocalist ha studiato canto jazz! Non è, del resto, da ritenersi positivo il fatto che non ci sia nulla da dire a proposito della sezione ritmica, che si fa notare di rado e grazie ad alcuni strafalcioni che non possono non far storcere il naso.
L’etichetta ‘rock alternativo’ mostra la corda da un bel pezzo e spesso nasconde sonorità che puzzano di vecchio e non tentano nemmeno di superare i vari cliché provenienti da Seattle, snaturandoli e andando verso la pericolosa definizione di “rock italiano”.
Restano, come affermato in precedenza, alcune buone melodie, e una evidente sicurezza di sé (cosa che non guasta). Può bastare?
Nel frattempo, spero (come sempre) di essere smentito dai fatti e dal tempo. Chissà che una bocciatura possa realmente trasformarsi in medicina.
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La recensione Demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2001-12-25 00:00:00
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