Dietro ai Tilt ci sono nomi importanti. C'è Valerio Soave e la sua Mescal, la distribuzione della Universal, un album registrato allo storico studio Esagono di Rubiera. Nomi non più così attuali, ovvio, ma che un loro segno nella musica italiana l'hanno lasciato. Certo, non basta. Ascolto dopo ascolto si capisce come con questo disco si sia provato a fare il colpaccio radiofonico, in stile Modà per intenderci. Pop rock semplice (semplicissimo), fatto di testi che si ricordano facilmente e melodie già sentite; ritornelli che si aprono a coda di pavone e suoni rotondi che ti riempiono la stanza.
Canzoni come "In mezzo alla nebbia" hanno arrangiamenti ben rodati, più che funzionali per l'airplay. A mio avviso, però, la qualità complessiva di "L'evoluzione delle ombre" a stento tocca la sufficienza. E anche anche la qualità della produzione non è da pelle d'oca, da uno studio così importante ci si aspetterebbe un risultato migliore. Ultima nota dolente, infine, le parole: troppo banali. Mi tornano in mente le critiche che aveva ricevuto Vasco Brondi quando al secondo disco era sembrato poco originale: cosa si dovrebbe dire ai Tilt, che cantano versi tipo "se col cuore sento che ci sei" ?
E' triste terminare la recensione con il solito "le potenzialità ci sono ma il risultato non convince", ma non saprei concludere in altro modo.
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La recensione L'evoluzione delle ombre di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2011-10-26 00:00:00
COMMENTI (1)
le due canzoni presenti sul player mi piacciono molto
dove si può sentire l'intero album?