Inizia come se fosse il nuovo lp dei Placebo, mentre “Mr. Orange” è il nuovo disco dei Vanillina, band lombarda già nota alla critica di settore, ma che giunge alle mie orecchie per la primissima volta.
Mi era stato anticipato che la musica di questo terzetto si avvicinava molto ai ‘capricci sonici’ dei Verdena e mi accingo perciò al primo ‘play’ con determinate aspettative, e alla fine del (primo) ascolto constato che effettivamente ci sono diverse affinità tra le due formazioni, in modo particolare nel drumming. Non si può invece dire lo stesso per la voce, qui più acida e mixata ad un volume più alto, anche se le differenze non sono così rilevanti. I suoni della chitarra e del basso ricalcano lo stile di Luca e Roberta, ma l’approccio dei Vanillina mi sembra decisamente più punk, quasi che gli accorgimenti presenti in “Solo un grande sasso” qui non siano più di tanto all’ordine del giorno.
Poi però i ragazzi tirano fuori un pezzo come “Neon”, strumentale arricchito dal suono di un violoncello che conferisce alla traccia un forte senso di malinconia (incosciente esperimento di post-rock scozzese?) e ti viene da pensare che qualche carta da giocare ce l’hanno pure loro. Quando poi, però, si mettono a suonare la loro musica, non tutto funziona al meglio, forse per alcuni ‘peccati’ commessi in fase di mixaggio. E la cosa che sorprende riascoltando più volte il cd, è che ai Nostri le cose migliori riescono quando si tratta di dare spazio esclusivamente agli strumenti; ciò si percepisce non solo nell’episodio di cui sopra, ma anche nei brani successivi. La voce di Davide, infatti, è fattore prescindibile e potrebbe anche essere un elemento tutt’altro che indispensabile - a meno che non si provi a sperimentare, come accade sia in “Pensiero aperto”, dove la band inserisce saggiamente un violoncello, sia nella successiva “(r)umore”.
In definitiva, di “Mr. Orange” vi colpiranno, o almeno così crediamo, tutte quelle canzoni in cui il terzetto si lascia andare dimostrando che è proprio vero che “chi non risica non rosica”. Il consiglio, quindi, è di continuare a sperimentare sulle strutture sonore, dando sempre più maggior spazio alla musica vera e propria riducendo, di conseguenza, al minimo l’uso della voce.
Tutto il resto verrà da se…
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La recensione Mr. Orange di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-01-10 00:00:00
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