Più picchiati rispetto al cd d’esordio, genericamente più confusi nel cercare una propria chiave interpretativa alla materia light-punk (x dire, sentitevi la poppeggiante ed effettata ‘Qualcosa c’è’), risultato complessivo altalenante, cioè: alcune brutte canzoni (‘Il mago’, ‘Maionese’), alcune belle canzoni (‘La strega’, ‘Estate + bella’), nessun pezzo che potrebbe essere IL singolo spacca-radio. Pensione Libano, atto secondo. 1.2.3.Let’s go? Ma sì, certo. Tuttavia. Partono con l’autodefinire la propria musica: ‘Magic Punk’. Forse per fare il verso al ‘Sexy Punk’ dei fratelli maggiori? Può darsi, visto che i fratelli maggiori, cioè le Pornoriviste rimangono i modelli da imitare, della serie “ce la stanno facendo loro ce la possiamo fare anche noi”, in una famiglia (la Tube Records, in questo caso) è giusto che funzioni così: i fratelli maggiori si fanno le ossa e si fanno rispettare giù in strada, i fratelli minori imparano osservando come si fa. Che poi toccherà a loro.
Li troviamo meno freschi rispetto agli esordi, però, i Pensione Libano, segnati e sporcati dal tempo forse, meno incisivi e concreti sui contenuti, quasi distratti da un senso di inquietudine che chissà come quando e perché a un certo punto è sbucato fuori. E non si sa ancora come gestirlo. Ecco diciamo così: a un certo punto di ascoltare solo ed esclusivamente gli Screeching Weasel non ne hai più tanta voglia e allora cerchi altro e ti viene fuori un pezzo rabbioso come ‘Facile e inutile’ che fino all’anno scorso x dire non ti saresti aspettato mai. Staremo a vedere, quindi, come verrà accolto questo lavoro dal piccolo ma compatto nucleo di fans che questi 4 ragazzi da quel di Limonta (Lc) hanno raccolto finora. Chissà. Per ora questo ‘Magicabula’ che sa tanto di disco di passaggio.
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La recensione Magicabula di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-01-14 00:00:00
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