Torna di scena un nome che negli ultimi anni ci ha provato in diverse maniere: prima con Embargo, poi con Smog e Giò di Sabato ed ora con Spettro e la Virtual Band: (ri)ecco a voi Giovanni Sabattini.
Si intitola “Magica” questo disco che purtroppo non fuga, ma conferma i diversi dubbi già espressi nelle recensioni che riguardano le formazioni sopra elencate. Che i bolognesi ci sappiano fare con gli strumenti in mano è un dato di fatto. Nemmeno la composizione e gli arrangiamenti sono un loro problema: si vede che hanno studiato. Ma a contrastare un’altissima qualità di lavorazione e di registrazione, c’è una pesante vacuità nei contenuti, che piombano nell’oscurità più assoluta, specialmente nei testi che non riescono ad uscire dai soliti e tante volte citati cliché del cantautorato italiano da classifica.
Ci starebbero tanti paragoni con personaggi più o meno noti della scena pseudo rockettina italiana: da Grignani a Ligabue, passando per Audio 2 (eh, no il paragone con Lucio Battisti non ve lo meritate…); ma la verità è che questo disco sguazza nel trito e ritrito e per quanto bene sia elaborato, non riesce a regalare le solite emozioni che la musica dovrebbe suscitare nell’ascoltatore medio… ed è un peccato perché una volta ancora si dimostra che in Italia ci sarebbero buoni musicisti ai quali però, probabilmente, importa solo trovare la via più rapida per camminare nel sentiero che porta al successo commerciale: ve lo auguro…ma che catastrofe!
Se proprio vogliamo trovare una nota positiva, in questo “Magica”, bisogna affidarsi ai due pezzi di sola chitarra, che pur non eccellendo in quanto a fantasia, riescono a comunicare qualcosa: a me tranquillità e pace dopo il martellamento di banalità del resto dei brani.
---
La recensione Magica di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-01-26 00:00:00
COMMENTI (1)
Ma dai! Finisco per caso dopo 15 anni su questa recensione che parla male di me e mi commuovo... Leggendola così, quasi dissociato dall'autore di allora, mi interrogo sulla ragione di tanta acredine.
Già le espressioni "pesante vacuità", "oscurità più assoluta", "catastrofe", "pseudo rockettina" e "martellamento di banalità" in poco più di 20 righe suonano talmente eccessive da risultare innocue.
E pensare che non mi ricordo neppure di Antonio Zanoli e della sua formidabile retorica ciceroniana, forse gli dovevo dei soldi?!?
Però lo ringrazio, per un momento mi ha fatto rivivere quei meravigliosi anni di inizio millennio.
Spettro e la virtual band