Il quintetto brianzolo si ispira, senza se e senza ma, all'immaginario del rock'n'roll made in Usa
Ritrovarmi a recensire questo disco dei Wild Side Family è dovuto praticamente al caso. E' infatti grazie alla segnalazione di un amico che ho appreso dell'esistenza di "Bite it off", a tutti gli effetti un esordio vero e proprio "made in Brianza". Preciso la zona d'origine della formazione perché, a sentire le 11 tracce contenute qui dentro, l'immaginario di riferimento non è esattamente l'operosa provincia lombarda.
Il quintetto si ispira, senza se e senza ma, all'immaginario del rock'n'roll made in Usa, riprendendo a piè pari le sonorità di tantissime band del genere. Se l'iniziale "Bleed over you" sembra provenire dal repertorio dei misconosciuti Georgia Satellites, la successiva "Don't let me down" potrebbe invece essere un'outtake dal disco "The lost weekend", intestato a Danny & Dusty, ovvero il progetto country formato da Steve Wynn (The Dream Syndicate) e Dan Stuart (Green on Red).
E proprio alla band del "verde su rosso" i brianzoli devono molto sul fronte dell'ispirazione, visti i molteplici riferimenti all'interno dell'opera ("Riskin'it all" e "I get down"). Ma dentro "Bite it off" non manca ciò che possiamo considerare un vero e proprio tributo, anzi - a dirla tutta - un'appassionata dichirazione d'amore: "Knowitall", "Lazy" e "Like a thief" bazzicano ad esempio le strade già battute dai Rolling Stones nei dischi dei primi anni '70 ("Exile on main street" e "Sticky fingers" per intenderci). Certo, il vocalist non sarà mai Mick Jagger anche se si impegnasse, ma pensiamo che Marco Dognini non abbia mai neppure immaginato di vantare simili pretese.
Tuttavia, la ricetta complessivamente funziona, soprattutto quando si fanno aiutare da una brava corista ("Only one"). Peccato solo per la pronuncia, ancora troppo lontana da uno standard accettabile per poter tentare di varcare la soglia dei confini nazionali. Ma i ragazzi promettono bene e da qui alla prossima uscita il consiglio é ovviamente quello di provare a migliorarsi dove ancora non raggiungono la sufficienza. Per il resto, invece, avanti così.
---
La recensione Bite it off di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-02-15 00:00:00
COMMENTI