Con un background da band più che scafata (quattro album già pubblicati - di cui tre dalla Mellow Records di Sanremo - più svariate partecipazioni ad una manciata di compilations), i Notturno concertante si ripresentano con un cd-r con l’intenzione di trasformarlo, prima o poi, in un vero e proprio prodotto discografico. L’ascolto del dischetto in questione colpisce per la cura quasi maniacale dei suoni: un lavoro ben fatto e per nulla difficile da ascoltare, al quale manca però qualcosa. Quel po’ di cattiveria, o meglio, il mancato inserimento di una chiave di lettura più marcatamente rock rende il disco maledettamente pulito e (quasi) privo di sussulti.
Di rock, in effetti, ce n’è ben poco: a parte una invitante svisata in “La città nuova”, il resto del cd-r rappresenta un buon lavoro di musica strumentale che, però, nel finale, si perde in una dimensione new-age a tratti stucchevole. “Rewriting the past” è un lavoro superbamente arrangiato, a volte divertente (ascoltate “Giga”), ma non arriva al cuore, e un rockettaro duro e puro non avrebbe esitazioni nel dirottarlo in uno stanzino buio e polveroso.
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La recensione Rewriting the past di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-02-02 00:00:00
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