Avevo chiuso la precedente recensione dei Knob interrogandomi su quale fosse la vera essenza della musica di questi ragazzi: talento cristallino o disarmante banalità?
A quanto pare i Knob hanno raccolto la sfida inviandomi il seguito della loro storia artistica, ben decisi a fugare ogni mio dubbio circa le loro capacità. Effettivamente questo Analogic contribuisce non poco a farmi propendere per la prima ipotesi, ovvero quella di una band dotata di non pochi colpi di classe.
Il sound dei Knob può senz'altro essere accostato ad alcune rappresentazioni tipiche della Seattle anni '90, ma senza per questo scadere in noiosi esercizi di grunge trito e ritrito. Appare senz'altro chiaro fin dal primo ascolto come questi ragazzi siano cresciuti a suon di heavy rotation dei Pearl Jam, ma é altrettanto chiaro che dispongono di un talento notevole, che consente loro di rivisitare e manipolare con grande ispirazione un grunge con salde radici seventies, proponendone una versione dalle movenze stoner.
I Knob stupiscono per l'intensità e l'imprevedibilità con cui gestiscono strutture musicali ormai apparentemente prive di spunti interessanti, regalando alcuni momenti in grado di strappare l'applauso. Con questo non voglio dire che stiamo parlando di una band rivoluzionaria, tutt'altro, ma non sta certo scritto da qualche parte che per fare un buon disco sia necessario suonare quello che nessuno ha mai sentito. In tal senso i quattro brani di questo lavoro suonano sempre assai familiari, ma non per questo scontati o prevedibili.
I riff di chtarra viaggiano con fare nervoso, la ritmica si spezza su cambi di ritmo molto azzeccati e una forte indole melodica controlla lo svolgersi del tutto. L'unico luogo comune può essere ricondotto ad un uso davvero troppo vedderiano della voce, che comunque non dispiace più di tanto.
In sostanza i miei dubbi sono quasi del tutto fugati e posso senz'altro affermare che i Knob rappresentano una realtà che merita grande rispetto e fiducia, ma essendo io un pignolo, voglio sfidare nuovamente i Knob, aspettando una ulteriore prova per regalargli definitivamente il Primascelta.
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La recensione Analogic di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-02-17 00:00:00
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