Album d’esordio per la band pavese che concentra in mezz’ora un mix fresco e gradevole di pop e new wave. C’è da lavorare, ma i ragazzi partono bene.
Mi mancava una certa freschezza, lo schianto leggero tra il pop e le rimembranze new wave, passeggiare tra i ricordi e il primo sole caldo, soltanto io e un panorama che volge al verde più vivo. Parte la prima traccia e subito penso ai Cure liberati da nero e porpora e anche alla primavera, quando si affaccia appena.
Bella nella sua veste dreamy “Heaven’s Dope”, secca e ballabile “Completely Wrong”, trionfo di tastiere eighties in “Useless Boundaries”: ogni pezzo è ben strutturato, anche se qualcuno funziona meno, c’è qualcosa da sistemare da un punto di vista tecnico (soprattutto nella registrazione della voce), ma complessivamente un album d’esordio con molti spunti positivi, che scorre liscio per mezz’ora e fa ben sperare.
Puntando a una maggiore personalità e sistemando piccole pecche, i The Last Project potranno davvero convincere, e accompagnare i nostri cambi di stagione con una freschezza che da tempo mancava.
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La recensione Futurephobia di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-22 00:00:00
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