“HA:HA” è un Ep di tre brani più intro, registrati in presa diretta di basso e batteria con la sovraincisione di chitarra e voci. Nell'insieme richiamano quel rock anni '90, alla Afterhours, karma, Subsonica con leggere sfumature psichedeliche.
La prima cosa che ho pensato dopo avere letto il nome della band: sicuramente questi vengono dal Veneto, dove il mix di nebbia infinita, moltitudine di zone industriali e la poca scelta di eventi musicali (almeno fino a qualche anno fa) provoca solo una gran sete. Di superalcolici. La seconda che mi è venuta in mente: giovani, alle prese con il loro primo Ep. Ecco, sulla prima non ho sbagliato, gli E.Drunks sono di Vicenza. Sulla seconda avevo torto. Il loro disco d'esordio “Con tutto l'amore del mondo” risale al 2008, seguito, poi, dall'Ep “SUV” “HA:HA”, è un Ep di tre brani più intro, registrati in presa diretta di basso e batteria con la sovraincisione di chitarra e voci.
Nell'insieme richiamano quel rock anni '90, alla Afterhours, Karma, Subsonica con leggere sfumature psichedeliche. Alcuni spunti meritevoli in questo lavoro ci sono, come per esempio “Callo”, non è male, bel giro di basso che sorregge la linea melodica della chitarra, batteria decisa, testo - quasi - coinvolgente, che insieme riescono a regalare un pezzo che si ascolta non solo una volta. Ma se in questo caso il gioco complessivo funziona, altrove non convince. “Ma non venivi dall'India”, per esempio, appare come una rivisitazione poco matura, adolescenziale di quel rock sopracitato, all'interno del quale riff di chitarra troppo semplici, brevi e ripetitivi, sottraggono al brano la sfrontatezza e la genuinità del quale avrebbe bisogno per non dare un senso di appiattimento.
Le liriche, in alcuni episodi, (“Indurita”) sono troppo elementari, sembrano scritte da un Vasco Rossi in piena tempesta ormonale: “Pare che ti basti sciogliere in quelle quattro favole per oggi no, non così, ma anche no! Pare che ti basti credere per poi sorridere, pare che ti basti sciogliere in quelle quattro favole per oggi no, non così, ma anche no”. Nel complesso, questo lavoro, pur presentando alcuni punti deboli non è di quelli da definire raccapriccianti, le cose brutte sono altre. Bisogna solo aggiustare il tiro, con una maggiore bulimia di sperimentalismo e maturità. Cosa che del resto gli E.Drunks hanno dimostrato di saper fare con il primo disco.
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La recensione HA:HA (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-26 00:00:00
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