“Non c’è spazio delimitato che manca di sogni sospesi”. Spazio delimitato dalle cinque tracce di questo disco che si affolla di immagini sospese come bolle d’aria nell’acqua. Lo ascolti e ti sembra di affondare in un liquido blu, in cui le parole penetrano come lamine di luce lattescente. Affondi, boccheggi, anneghi e torni nuovamente a respirare, avidamente, come dopo una lunga apnea. È la calma ovattata di un fondale abissale, la risacca di un’onda infranta di cui resta solo il fruscio spezzato.
Dice Andrea, voce del gruppo, che quella dei Nuvola Neshua "è una fragile via di suoni e parole, un sentiero appena accennato su un terreno inospitale" …un sentiero liquido e invisibile, così mi è venuto di immaginarlo.
Un disco incredibilmente raffinato, per essere solo il primo tratto di questo sentiero: voluttuosa e piena la sonorità, sensuali e accattivanti le liriche. Un ticchettìo acquatico leggero come una nuvola sospesa. Schegge di poesia piantate nell’acqua. Parole graffiate sul vetro dei suoni. La voce di Beatrice Greggio aleggia appena, come un profumo, nella bellissima “Subaqua” che dà il titolo all’album. La voce di Andrea, distorta dal synth, è bassa e calda.
L’architettura che viene fuori è un prezioso arabesco, che echeggia di Lamb senza afferrarne l’ineffabile leggerezza, sussurra i Dead Can Dance senza ereditarne la teatralità. Piuttosto mi hanno ricordato i Karma, seminascosta band italiana, nelle sperimentazioni del loro “Astronotus”. D’altra parte il demo si presenta bene anche esteticamente, azzurro e semplice, con qualche immagine rielaborata.
Un lavoro affascinante, dunque, affascinante come una foglia staccata che oscilla nel vento. A chi avesse la fortuna di apprezzare questo disco, consiglierei di cominciare l’ascolto da “Subaqua”, l’inizio di un lento sprofondare, passare poi alla lotta di “Satana”, per scivolare fino al fondo di “Omega”, aerea, leggera intuizione musicale.
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La recensione Subaqua (ep) di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-03-06 00:00:00
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