Il punk è sempre stato un movimento che ha cambiato le persone: lo ha fatto con una grandissima forza di impatto, con la rivoluzione che conteneva in sé, con i vestiti diversi e le creste che fendevano l’aria, con la musica e l’aria che si respirava. Ma con il tempo – a parte qualche caso isolato, ma nemmeno troppo – è divenuto un cliché: uno schema sonoro a base di velocità, urla e testi politici. Dice Joe Strummer: “lasciate suonare il punk ai ragazzi di oggi: stanno facendo le stesse scoperte che noi abbiamo fatto a vent’anni”.
Sono un classicissimo gruppo di ska-core, punk e reggae, questi Dinamo 69 di Roma, che non si differenzia in alcuna maniera da tutta l’altra miriade di gruppi che popolano la scena in questione in Italia. I riferimenti sono i soliti: Punkreas, Rancid, Burning Heads e Sex Pistols.
E suona proprio punk-ska-core, questo demo: dalla bassa qualità della registrazione, dai testi che oscillano dalla disobbedienza sociale alla sessualità maialina fino ai riff, eccezion fatta per il reggae di “Core de gavetta” e gli spruzzi di ska(non)core di “Superficiale”, che comunque suonano proprio come avete ben in mente voi: come da tante altre parti.
Non si possono dare tanti consigli a chi suona in questo modo oggi: l’unica cosa che si può dire è di cercare un suono personale, una piccola sfumatura (il colore si fa con le sfumature, baby…) che faccia girare nella testolina il file “Dinamo 69”. O fottersene dannatamente di tutto ciò e divertirsi senza masturbazioni eccessive, ma senza pretese, allora.
Perché il punk ha la rivoluzione in sé.
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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-03-19 00:00:00
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