L'incredibile analogia tra una bambola gonfiabile e un album in cui gli Arctic Monkeys incontrano i Daft Punk.
Vestiti usati, stracci vari, carta igienica, scotch, guanti in lattice, gommapiuma. Stando a quanto leggevo su una di quelle webzine che calamitano spesso la mia attenzione raccogliendo curiosità di ogni specie, non occorre altro per realizzare una bambola gonfiabile. Lo dimostra l'esperienza di un tizio che, pur preferendo restare nell'anonimato, offre un preciso e dettagliato reportage sulla sua esperienza. Dal cut up dei vari componenti, un risultato che non sarà bello ma, a detta del fruitore, è estremamente soddisfacente.
Lo stesso si può dire dei Katap, che al noto sex toy dedicano l'artwork del loro album d'esordio, “Bullet”. Componenti assemblati: l'irruenza degli Arctic Monkeys in “Dream”. Il ritmo suadente dei Daft Punk in “The rest of fluid”. L'impietoso e sexy electroclash di Peaches in “Spotlife”. Il languore di Tying Tiffany nell'orgasmica “Sublime”. La citazione dei CCCP in “Berlin”. Continuando su questa linea fino al il relax finale, con la versione al piano di “Notorious heart”, a conclusione di un album che non rispecchia i canoni convenzionali del bello. Perché, ottenuto con un processo di taglia e incolla, non può risultare armonico. E proprio per questo è estremamente soddisfacente.
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La recensione Bullet di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-31 00:00:00
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