Revival minimal folk con ampi richiami post-rock, per un’opera magistralmente agita e prodotta, ma fatalmente datata.
Le coordinate segnatamente elettro-bluesy dell’opener “Jeff on The Roof” ci introducono al lavoro di Jowjo aka Sergio Carlini, musicista/chitarrista già attivo nella formazione dei meritori Three Second Kiss, in questo disco - distante dalle esperienze pregresse - coadiuvato da validi collaboratori (Giovanni Fiderio, Stefano Pilia, Paolo Iocca e Julien Fernandez).
L’album, interamente strumentale, rivela stralci, più o meno codificati, di una tradizione elettroacustica minimal, tra fingerpicking, musica da camera e reiteratività loopistica, idealmente all’incrocio di artisti come Fahey, O’Rourke e una nutrita accolita di brava gente datata fine ’90 (Gastr Del Sol, uber alles), complice anche l’atmosfera chicagoan che si respira per il mastering affidato a Bob Weston (Shellac), avvertibile soprattutto nella quarta e nella sesta traccia. C’è un’ottima opera di postproduzione, a sostanziare contenuti e forma, frutto di ingegno e sicura esperienza, una sorta di collante che regge la struttura dell’intero lavoro.
Una miscela credibile ma fortemente derivativa, quindi dalla scarsa identità. E seppur rinuncia alla facile citazione, lo scorrere, lento e inesorabile, nutre lo spirito bluesy ma a tratti fiacca l’ascolto. Opera colta, seppur di genere.
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La recensione Out of the window into the house di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-01-27 00:00:00
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