Lande tristi mi appaiono alle prime note che mi introducano all’ascolto dei Notturno Concertante, facendomi tornare alla mente le “Cupe vampe”di Giovanni Lindo Ferretti e dei suoi C.S.I..
Spaziando su vene malinconiche degne del nome che si sono scelti, i Notturno Concertante ci fanno assaporare sia i suoni della vicina terra di San Patrizio come anche quelli strettamente nostrani (da Branduardi ai Modena City Ramblers per intenderci) pretendendo forse un po’ troppo. Infatti, la fusione tra vari generi musicali tante volte dà buoni frutti, ma come ben sappiamo può trasformarsi in una lama a doppio taglio; ciò accade infatti nel caso di questo gruppo campano, e fanno di tutto per farlo capire all’ascoltatore, dilungandosi più di una volta su virtuosismi e tecnicismi che alla lunga possono anche stancare (abbiamo già i Dream Theater per questo).
Per quanto riguarda la pretesa autorialità dei testi un po’ di modestia alle volte non guasterebbe; pur non essendo, infatti, un grande estimatore del genere etnico, questo va sicuramente detto, però va anche detto che alla fine dei conti i Notturno Concertante cercano di portarci per mano nel loro limbo musicale pieno di sfaccettature, purtroppo rimanendo nell’anonimato crepuscolo che loro stessi creano con le loro sonorità. Cerchiamo di riscriverlo meglio il passato.
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La recensione Riscrivere il passato di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-04-09 00:00:00
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