Questo ep è l’ennesima conferma per i Casa del Mirto: cinque tracce che si muovono tra dolcezza e rumore giocando con l’elettronica con stile e savoir-faire.
Il tasso (taxus baccata) è una pianta sempreverde, i cui rami, foglie e semi sono altamente tossici, e per questo definito sin dall’antichità albero della morte. Un nome che evoca il lato oscuro, la fragilità, ma anche epiche battaglie, visto che taxus significa letteralmente freccia e il legno di questi alberi era ideale per la costruzione di archi. E quale scontro più duro e inevitabile se non quello di scavare a fondo dentro di sé, per cercare, per sfrondare, per trovare un punto fermo prescindendo dal fatto che sia arrivo o partenza.
Questo ep mostra l’impalpabile vuoto che vogliamo colmare con il tipico electropop elegante e perfetto che avevamo già conosciuto nei precedenti lavori dei Casa del Mirto, soprattutto nell’intro cui è immediatamente legata la seconda traccia, mentre “Weak” e “Taxus Baccata” si spostano verso il movimento, diventano uno sguardo tagliente, che sfida il rumore e lo fa suo. In particolare, la title track è una fragorosa commistione di suoni che sfiora l’industrial e mastica sperimentazioni elettroniche.
La chiusura è una nuvola di dolcezza disarmante, che porta di nuovo a guardarsi dentro, una sorta di labile riposo dall’eterna lotta con noi stessi, che richiede sempre milioni di energie in più rispetto a qualunque altro confronto. Che sia un doppio album come “The Nature” o soltanto un ep, la band conferma la capacità di girare intorno a varie tematiche, applicando differenti visioni di un unico stile, che può farsi morbido o ballabile o graffiante, ma che resta riconoscibile nella sua cura raffinata e nell’immediato coinvolgimento che produce. Un’ottima prova che non può fare altro che renderci desiderosi di avere tra le mani al più presto un nuovo album.
---
La recensione Taxus Baccata EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-03-29 00:00:00
COMMENTI (1)
In download gratuito qui: mashhh.com/taxusbaccata.zip
(fonte: the breakfast jumpers)