Spaghetti JensenYou can do it2012 - Country

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Piacevole divertissment a base di country tradizionale, con un po' di lirismo all'americana di troppo

Cappelli da cowboy, camicione a quadri e bandiere sudiste, un autotreno con troppi chilometri sulle spalle parcheggiato fuori dalla stazione di servizio: questo l’immaginario degli Spaghetti Jensen, fomazione modenese con una Nashville un po’ idillica nel cuore e uno stile abbastanza tradizionale, tra bluegrass e adult-contemporary, più qualche digressione funk portata avanti più che altro dal bassista.

Bravi musicisti, cantante compreso, ma niente di sorprendente: un piacevole divertissment da ascoltare senza troppo trasporto, sorseggiando una birra mentre si aspetta che arrivi la tanto sospirata bistecca ai ferri, e del tutto sconsigliabile a chi non sopporta il genere. Per chi lo apprezza, si segnalano senz’altro i brani più ritmati, “She likes to drive”, “Honky tonk time off” e “I will be there for you”, interessanti variazioni sul tema classico, rispettivamente in maggiore le prime due e in minore la terza (con un notevole assolo di chitarra). I pezzi country-rock, come “Going on a music time” e “Keep hard”, abbastanza moscetti, sono tranquillamente skippabili senza colpo ferire, ma non depongono a sfavore del disco.

Piuttosto appare maggiormente problematico l’amore degli Spaghetti Jensen per il peggior lirismo di frontiera (in odor di Journey, per intenderci), quando infilano tre ballate-polpettone come “About a song”, “Nashville time” e “This bottle”, e quando vi contaminano anche i brani “normali” (è il caso di “This is the time”). Per carità, sono tutte melodie sufficientemente valide e armonizzate anche bene, il fatto è che appesantiscono non poco il disco, per di più con un tipo di canzone che, sebbene apprezzatissima oltreoceano, da noi vanta (per fortuna) ben pochi seguaci.

In fin dei conti, per quanto “You can do it” non sia un lavoro da buttare via, l’auspicio è che nel prossimo album gli Spaghetti Jensen lascino correre di più il proprio tir, fermandosi il meno possibile a rimirare il maestoso profilo delle Montagne Rocciose.

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La recensione You can do it di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2012-11-15 00:00:00

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