Dilatazione Fotogrammi 2002 - Post-Rock

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Più di 40 minuti, tutti d’un fiato! Quasi un concept, una sequenza di fotogrammi che trasporta in quel preciso luogo all’antitesi della precisione.

Un disco che musica una condizione limbica: in autunno, tra estate e inverno, caldo e freddo, tra la stasi e la partenza, in una sala d’attesa col rumore dei jet supersonici che sfrecciano sulla testa. Ambientato in quel momento tra gioia estrema e nèmesi, allegria e tristezza, feedback e dissonanze, ma anche rilassate ambientazioni armoniche ricamate dall’intreccio tra chitarra e basso. Fluidità o stacchi improvvisi, rumore bianco e silenzi, ecco “Fotogrammi” nel centro esatto di tutto questo.

Bravi i Dilatazione: già con alcuni lavori all’attivo fanno il passo giusto, complice una presa di suono pulita e accorta (ascoltare l’hit-hat per esempio), verso la decostruzione del rock e della forma canzone. Percorrono, perché no, la strada di Ulan Bator e Massimo Volume, tenendo conto che tutto era cominciato pressappoco 13 anni prima a Chicago con certi Slint.

Scendendo nei particolari i momenti migliori li troviamo in “18.30: un addio” (tensioni lasciate fermentare e poi riprese), in “Sottopassaggio” (uno strumentale dalle parti di Yuppie Flu che farebbe gola a etichette tipo Gammapop o Homesleep) e nella bellissima sequenza “Sala d’attesa” / “À boute de souffle”, dove il rumore viene portato allo spasmo per poi stemperarsi in un commento sonoro ad un logotipo di “discorso uomo-donna”.

Le parti cantate, quando ci sono, non sempre convincono come in “Fotogramma” dove valida è la metrica e originale il controcanto quasi atonale, in alcuni casi mancano di convinzione e insieme alla durata eccessiva di qualche brano rischiano di far risultare un po’ tedioso l’intero ascolto. Discorso a parte per la traccia 8 dove l’ospite Matteo Euphordelia alla voce ipotizza un Giovanni Lindo Ferretti con + hard-core e meno punk nel dna.

Conclusioni: immagino difficile una heavy-rotation su tutte le radio nazionali, quindi vi consiglio di richiederlo direttamente a loro il vostro… “disco per l’autunno”.

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La recensione Fotogrammi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-08-25 00:00:00

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