Nel 2002 corre il sessantesimo anniversario della nascita di Jimi Hendrix. Chissà se il grande chitarrista di Seattle, in questo momento (in paradiso o all’inferno?) sta ascoltando The Dust. “In God we trust” deve molto sia a Jimi Hendrix che a tutti i grandi del rock-blues, perché senza di loro, probabilmente, nons arebbe esistita nemmeno questa giovane band veneta. Nelle loro ispirazioni (aspirazioni?), tradiscono la voglia di trasmettere quanto già fatto da Queen, Beatles e Led Zeppelin. E proprio alla band di Lennon e McCartney regalano un tributo rielaborando un’immortale “Come together”. Dicono di averla inserita nel cd più per gioco che per convinzione, ma a noi è piaciuta parecchio. E’ una cover che non massacra l’originale ma che porta con sè la giusta dose di personalità da parte dei Dust.
In “I won’t to tell you no” si lasciano andare a suoni più melodoci, mentre “World” e “Let’s go on!” sono il chiaro riscontro di quanto detto in precedenza. “Fight your battle” fin dal titolo è abbastanza punkeggiante e, in certi casi, soprattutto nell’uso della voce, ricorda i Velvet Underground. Piacevole il sound di “Now you’re dust”, anche se, in fin dei conti, preferiamo la band su tempi più veloci.
Discreta ma non eccezionale la qualità di questo promo (ci sarebbe piaciuto, tra l’altro, avere a disposizione i testi delle canzoni). Ma non è mai troppo tardi per crescere.
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La recensione In God we trust di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-09-09 00:00:00
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