L'attitudine c'è, ma non basta solo quella. Blues rimasticato ancora da perfezionare.
Non male questa band del savonese, che si caratterizza per il fatto di avere scelto una ragione sociale non esattamente fra le più attraenti in termini di "appeal". Ma, lo sappiamo bene, il nome spesso rispecchia - a volte anche inconsapevolmente - la cifra stilistica di una formazione. E succede proprio così con The Chanfrughen, terzetto di musicisti ("Felix alla batteria e basta, il Manda alla chitarra, chitarra slide e rumori alieni, il Gian al basso, voce e ipocondria") che prova a confrontarsi col blues e a rimasticarlo più o meno con la stessa attitudine che gli X-Mary hanno nei confronti della materia rock.
Il risultato, come accennavamo in principio, è discreto; infatti, pur dovendo ancora pagare dazio a coloro che sulla scena hanno già dimostrato il loro valore (vengono in mente il Bugo degli esordi, i già citati X-Mary e persino l'Alex Britti in versione bluesman), il trio dimostra già una notevole capacità di sintesi. Non solo: sa già perfettamente come attirare l'attenzione, inserendo come primo pezzo in scaletta un brano intitolato "Lucio", un evidente quanto azzeccato tributo al Dalla amante della sperimentazione. Sorprendono ancora positivamente quando si mettono sulla scia de Il Pan del Diavolo finendo, inaspettatamente, per tallonare i Calibro 35 ("La testa di Gorbaciov"). Più prevedibili, invece, quando si cimentano con "Il blues dell'ignoranza" (rischiando di sembrare una sbiadita copia dei Bud Spencer Blues Explosion) e con "Osvaldo Paniccia" (ipotetica out-take da uno degli album di Christian Bugatti dell'inizio del decennio scorso). Del tutto inutile, invece, la conclusiva "Sifone", brutta traccia in puro stile demenziale che abbassa inaspettatamente la media del lavoro. Non si capisce infatti il senso di inserirla in scaletta, siccome a definirla "riempitivo" rischiamo persino di darne una connotazione positiva.
Certo, non tutto è perduto, ma il gruppo deve crescere, fondamentalmente per due motivi: per evitare che si ripetano episodi come "Sifone" e, soprattutto, per emanciparsi dai modelli. L'attitudine c'è, ma non basta solo quella.
---
La recensione Da illogica la realtà in giù [ep] di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-03-18 00:00:00
COMMENTI