Un esordio molto interessante che coniuga rock, melodia, psichedelia e un pizzico di tribal
Con la leggerezza e la spontaneità di chi sa perfettamente cosa sta maneggiando e con quali capacità, i Los Lopez firmano un disco molto interessante, tutto intriso di solarità pop senza rinunciare a una buona dose di indie-rock che li avvicina a gruppi che hanno fatto del saper coniugare rock e melodia una vera arte, come ad esempio gli Snow Patrol.
L'apertura "In haven" conta su un ritornello molto efficace e un arrangiamento centrato e leggero, che permette al brano di scorrere verso "Cactus", un curiosissimo brano dalle venature reggae, con le voci che si rincorrono come in una casa di specchi, creando echi labirintici e ancora una volta presenta un ritornello che non può non rimanere impresso nella mente sin dal primo ascolto. Sulle melodie di "Cactus" si costruisce il flipper sonoro di "Greetings from Mars", che gioca con l'elettronica e le chitarre a sparare spade laser, luci stroboscopiche e psichedelia che colorano gli occhi tuoi di un arcobaleno selvaggio. "Let me love her" e "IF.U.C.ME" sono i potenziali singoloni radiofonici, anticipati da "Intro", una danzettina tribale afro-hawaiana, tanto per ricordarci che i Los Lopez non sono solo dei bravi scrittori di canzoni, ma anche dei giovanotti che sanno divertirsi con una grande gamma di suoni e idee. Lo conferma la chiusura "Indya", in cui si coniugano magicamente sonorità orientali e pop-rock, convivendo armonicamente a creare il brano più deciso e propriamente rock della collana, con tanto di assolo finale.
Un occhio di riguardo all'artwork del disco: carta riciclata cucita a mano, con una bella reinterpretazione in chiave psichedelica e quasi fumettistica del mito del vaso di Pandora.
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La recensione Pandora's Pot di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-04-22 00:00:00
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