Quando ho iniziato ad ascoltare il Cd, nonostante il mio parere in embrione fosse quello di ora, ho pensato che la “Filosofia del cazzeggio” che gli Smodati teorizzano, potessi anche arrivare a digerirla, che potessi anche reggere la bislacca abitudine, che i ragazzi hanno di stirare con la Vespa chi li detesta, ma quando è arrivato il monito alla ragazza di turno: “Non chiamarmi il mercoledì perché c’è la Champion’s League”, ho capito che il livello di idiosincrasia era troppo elevato per ignorarlo.
Dalle mie parti si direbbe che “Su guaglioni” (Letteralmente…Sono ragazzi…), come se la giovane età potesse indorare e/o giustificare la totale devozione alla Santissima Trinità: RagazzeBirraScooter.
Sicuramente ci sarà dell’altro nella loro vita ed essendo convinta che nella musica, come in qualunque altra espressione artistica, sia il vissuto a dettare legge (Andy Partridge diceva…”Masticare e rimontare i frammenti che ogni giorno rubiamo ai nostri ricordi”) mi chiedo perché la scelta cada sempre sugli stessi temi; insomma, perché scegliere di cantare solo di “Sbronze colossali” e di weekend goliardici?
La musica è purtroppo colpita anch’essa dalla medesima affezione: la monotonia.
Un Punk noioso e pacifico che arriva sempre uguale, sostenuto da coretti al limite dell’intonatura e dalla voce di un ragazzo al concerto del liceo.
“Il cuore non invecchia”, cantano, dissento e credo anche che una maturazione sia la cosa migliore che gli si possa augurare e l’unica che possa dare spessore a ciò che fanno.
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La recensione Questa città è per me di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-10-11 00:00:00
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