Il progetto Zap nasce dall’idea del suo unico artefice, Marco Mignini, che si cimenta nelle vesti di ‘one-man-band’, con l’unica eccezione di qualche brano dove viene aiutato strumentalmente da alcuni amici di vecchia data. Dieci tracce perfette nella loro realizzazione - che nulla hanno da invidiare a produzioni esterofile troppo spesso spacciate per ‘next-big-thing’-, figlie dell’amore per l’industrial e per un certo cyber-glam che non può non ricondurre al signor Rob Zombie.
Un’onda sonora devastante, che impressiona già dalla rabbiosa opener “Physically and mentally played”, che fa il paio con la follia della seguente “Plastic whore customer”, dove Zap (ottimo, tra l’altro, il look oscuro di mansoniana memoria) scarica tutto se stesso in una vera e propria allucinazione infernale. Se vogliamo rimanere a casa nostra poi, le influenze degli storici Death SS non paiono così lontane (si ascolti “Arlequin”), soprattutto nel guitar work massiccio e vigoroso in quasi tutti i brani proposti. Piace la funzionale “The rest song” che anticipa l’unica cover del lavoro, ovverosia quella “I was made for lovin” dei padri dello shock rock Kiss - datata 1979, epoca “Dynasty” - e riarrangiata in maniera assolutamente imperdibile!
Se perciò Marilyn Manson tira avanti con l’inflazionata “Tainted love” dei Soft Cell, questa versione industrial del classico di Simmons/Stanley, è un gioiello del quale Zap può tranquillamente andare fiero.
Lavoro da avere!
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La recensione demo di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-05 00:00:00
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