Rock, tanto barocco e melodico quanto finto e privo di un'anima
Da Luigi Malabrocca (1946) a Jetse Bol (2014) la maglia nera, nata per colorare l’ultimo (ciclista) in classifica e distinguerlo dal resto del gruppo alla stessa stregua del primo, con il passare del tempo è diventata simbolo di quei poveri cristi che nonostante l’impegno e la fatica non riescono a lasciarsi alle spalle nemmeno un avversario.
La band laziale rientra a pieno titolo in questo Worst Awards visto che non riesce a comunicare nulla che non sia di colore scuro: se da un lato infatti l’impegno non manca, così come la cura nei suoni e nella loro pulizia, dall’altro non si hanno tracce di originalità, stile e personalità.
Gli X-Aphrodite sono sostanzialmente dei fan Muse che danno l’anima per essere i più simili possibili ai propri miti e che così facendo finiscono con l’apparire dunque più una caricatura dell’originale che una sua copia. Le sonorità sono strabordanti, esagerate con un cantato pieno zeppo di irritanti falsetti e con una parte strumentale costipata di tastiere barocche, fastidiose ed ulteriormente appesantita da riff e giri di basso stucchevoli e votati esclusivamente alla melodia, la più zuccherosa possibile ovviamente.
Alla fine quello che rimane da questo “Stars & Bounds” è la sensazione di un gruppo e di un sound finto e costruito come un plastico di Vespa.
---
La recensione Stars&Bounds di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2014-06-05 00:00:00
COMMENTI (1)
Ciao, sarebbe bello anche non liquidare il tutto in 20 righe, e argomentare quello che viene detto, altrimenti siamo tutti piccoli strilloni come Beppe Grillo.
Ho sentito questa band dal vivo e non capisco sinceramente questa bocciatura totale, contando anche che stiamo parlando di un demo di 2 anni fa.
Buona musica a tutti!