Un lavoro dalle aspirazioni internazionali con una sola pretesa: quella di accompagnarci nei momenti più spensierati.
Un lavoro dalle aspirazioni internazionali qual è "Noblesse Oblique" dei Nadia And The Rabbits rappresenta sempre qualcosa che va guardato nel profondo, scoperto canzone per canzone. Perché si tratta di un puzzle in cui bisogna incastrare la selva delle diverse lingue cantate (oltre all’italiano e all’inglese questa volta c’è anche il tedesco), l'allure folk e la voce della leader Nadia Von Jobbi, fin da giovanissima abituata a calcare i palchi dei locali su e giù per il mondo, arrivando a (auto)produrre l’esordio “Song Fairy Tales” nel 2009, registrato dal vivo tra Londra e l’Italia.
Quella della cantante tedesca, ma residente in Italia, si rivela essere una bella voce cristallina, che scivola tra un paragone con Fiona Apple e uno con Geike Arnaert, la cantante storica degli Hooverphonic. Di questo primo album, in compagnia di una band multietnica (in cui convergono le esperienze di musicisti italiani, germanici, austriaci, francesi, americani, giapponesi, spagnoli e coreani impegnati nell’estrapolare da 32 strumenti il meglio dei suoni) e realizzato con la co-produzione di Lele Battista, rimane nelle orecchie un pop leggero, ombreggiato da uno scenario fiabesco, dove la voce di Nadia non può far altro che trasportarci, mettendo d'accordo tutti gli strumenti di quei fedeli rabbits che la seguono: dall'ukulele, alle percussioni, fino al sax.
Piacevole, in definitiva, e con una sola pretesa: quella di accompagnarci nei momenti più spensierati.
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La recensione Noblesse oblique di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-01 00:00:00
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