Il lascito più evidente delle ultime generazioni di musicisti rock d’avanguardia sulle giovani leve è l’illusione (leggi illusione) che si possa essere estremamente prolifici e interessanti allo stesso tempo. Si tratta di una falsa concezione della creatività che non ha nessuna conferma concreta, se non l’ottusità con la quale certa critica si prende la briga di recensire (positivamente, per lo più…) ogni guizzo creativo dei vari O’Rourke, Connors, Zorn, Haino, artisti che a cadenza quasi mensile sfornano dischi raffazzonati testimoni a volte di estemporanee esecuzioni nel salotto di casa.
Effettivamente se John Fahey ha pubblicato decine di dischi nei quali non fa che strimpellare la sua chitarra acustica, perché mai Gi Gasparin e Amossim Nofanat dovrebbero esimersi dal proporsi alla comunità musicale con un cd-r da 70 minuti di arpeggi, droni e improvvisazioni varie? Fatte salve le buone intenzioni, il cd in questione è per la maggior parte del tempo terribilmente noioso, ridondante e gratuito. E pretenzioso, perché francamente non so chi altro si prenderà la briga di prolungare l’ascolto fino alla ghost track finale.
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La recensione Abisso e silenzio di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-14 00:00:00
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