Trio vicentino in pista dal 1997, i Plasticaviva offrono al mondo il loro secondo demo, con tanto di nuova formazione. Radiohead, Placebo e Muse i numi tutelari del combo, dedito a quella coniugazione britannica ed europea del grunge rappresentata dalle tre bands citate. La necessaria traduzione in idioma patrio dei mostri sacri di cui sopra, porta i Plasticaviva a discreti risultati. Della Trimurti succitata si sentono soprattutto i Muse, nei quattro pezzi di questo gradevole cd. Ma la cosa singolare è che il sound dei vicentini in alcuni momenti risulta singolarmente affine a quello dei padovani [K]. Sarà la comune passione per le parentesi, ma in alcuni momenti sembra di sentir suonare e cantare la band capitanata da Andrea Maschio, come ad esempio in “Ricominciando da zero”. Troppo presto per parlare di imitazione, si dovrà pensare piuttosto a un comune sentire veneto.
Va detto che i Plasticaviva raggiungono in questo cd risultati che appaiono ancora un gradino sotto ai padovani e che i vicentini mostrano un po’ la corda nei lenti. “Al principio di te”, che ambisce a essere la ‘mattonella’ della band, risulta pesante come le cose peggiori dei 70. “(come un) virus” rimane prigioniera dei maestri Muse e Radiohead. Episodio migliore del dischetto è la opening track “La discontinuità di Lehmann” che, come la copertina (ispirata a Mondrian), rivela le ambizioni intellettuali della band (si tratta della fascia che separa il nucleo esterno del globo terrestre, liquido e magmatico, da quello interno, solido e ad altissima densità).
In definitiva? Un buon punto di partenza. Tiro e melodia non mancano. Bisognerebbe solo emanciparsi dai padri spirituali e tentare strade che portino in maggiore evidenza la propria personalità.
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La recensione ep di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2002-11-15 00:00:00
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