In tre, belli carichi. Belle melodie e chitarre che ondeggiano tra indie rock e new wave.
Forse non è proprio una musica “vera e sudata”, come la chiama la stessa band nella propria biografia qui su Rockit, ma fa sì che l' omonimo album degli Hard Reser risulti molto piacevole. E' un condensato di quattro tracce interamente cantate in inglese più “itsalovesong”, un’alternanza esclusivamente strumentale fra la quiete e la tempesta. A tratti romantica, spesso tormentata, ma sempre travolgente, la melodia che caratterizza la band fiorentina sa il fatto suo e li fa camminare a testa alta nel panorama indie rock. Suono pulito e voce sporca, che però mi convince a tratti. Nel trio risultano particolarmente piacevoli gli arpeggi di chitarra, e pur non amando le etichette, se dovessi classificare questa band, il ritmo sempre incalzante e spesso vicino al pop mi porterebbe a inserirli nello scatolone della new wave. Degno di nota “What I hope to find”, brano che inaugura l’ album, forse l' unico che incarna la veridicità e il sudore di cui si fanno promotori gli Hard Reset e che, secondo me rappresenta il versante su cui dovrebbero maggiormente orientarsi. E quello che spero di trovare nel prossimo ep.
---
La recensione Hard Reset di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-16 00:00:00
COMMENTI