Il combat-folk diventa panzer: un esordio che lascia ben sperare e dall'ascolto piacevole.
Troppo spesso il folk viene considerato musicaccia da festa di paese adatta ad orecchie dai 50 anni in su, ed ancor più spesso il termine “popolare” porta alla mente testi che parlano di procaci contadine scosciate e campi di grano sterminati. Sparvieri, formazione nata nelle zone del Cilento quasi 5 anni fa, punta ad abbattere questo leit-motiv consumato con il proprio EP d'esordio.
Quattro brani che rappresentano il manifesto di uno stile popolare dalle coordinate personalissime: il panzer-folk dei sei salernitani rinnova la tradizione ormai arrugginita del combat-folk italiano innestando elementi propri sia in termini linguistici che musicali. Ad un songwriting social-oriented dalla forte matrice contemporanea si aggiungono strutture melodiche dirette e dal forte impatto, nonostante una totale assenza di distorsioni ed elementi sintetici; un mix acustico che esplode nel pieno della sua umanità in brani come “Sparviero”, autorevole dichiarazione d'identità da parte della band, e “Campo dei Fiori”, il singolo che sta facendo da apripista all'esordio discografico. Non convince pienamente l'ultimo episodio della playlist: l'alternanza tra italiano e dialetto presente in “Ruga Antica” si rivela un esperimento che non riesce a coinvolgere e perde la potenza comunicativa nelle increspature vernacolari.
Un'opera prima suonata bene e prodotta con efficacia: gli Sparvieri puntano in alto con delle caratteristiche convincenti. Aspetto l'album.
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La recensione Sparvieri Panzer Folk di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-06-25 00:00:00
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