Rock e cantautorato con una bella vena ironica. Forse un po' ripetitivi
Può piacere al primo ascolto, per una certa orecchiabilità e per suoni ben organizzati entro simpatiche geometrie di contenuti. Può accattivare con irriverenza, strapazzando il rock verso i confini tradizionali del cantautorato. Ma ciò che risulta certo è che il disco dei Nous Autres gioca con la libertà di parole scioglilingua e di poesia, di movimento e sospensione, in stile ironico e strampalato. Forse, potremmo dirlo, anche un po’ ripetitivo. La voce mite e lacerata ha un incedere zigzagante, e paracaduta le tracce in un limbo musicale dai toni caldi e solari; la band suona con maestria e leggerezza, usa abilmente sax e clarinetto, approdando in ambientazioni sonore piacevoli, come piacevoli sono i passaggi strumentali. I testi arrivano in formule a volte meno convincenti ma non per questo trascurabili. Il paesaggio live è ciò che attendiamo di osservare perché è nella dimensione live che la musica prende vita davvero e ci permette di capire meglio il lavoro prodotto. Senza filtri, senza barriere, anzi convinti di poter ascoltare meglio quel canto della cicala che tanto ci allieta quando fa freddo.
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La recensione Il penultimo canto della cicala di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-12-17 00:00:00
COMMENTI (2)
Dal vivo questi ragazzi sono magia pura!
grazie per la recensione!