Pensavo fosse John Cale invece era il duo della balera.
Quando ho letto la presentazione di questo ep – “tutti i brani sono realizzati esclusivamente con archetto e violino. Questo è possibile grazie ad una pedaliera multieffetto che colora ed elettrizza suoni e timbri dello strumento e ad una loop-machine che registra e sovraincide le varie tracce” – ho pensato: figo, sarà una cosa sperimentale, newyorkese, distorta, ci sarà del noise... Niente di tutto ciò. Trattasi appunto di voce e violino effettato, ma l'occasione di sfruttare una formazione anomala per fare qualcosa di originale o perlomeno non vecchio si perde nell'effetto pianobar: violino che simula ricchi arrangiamenti, voce spiegata, melodie italianissime e rétro con tocchi jazzati e world, testi pieni di verbi al futuro - soprattutto in “Treni di follia” (“mi custodirai, mi respirerai, con te piangerò...”), che fra l'altro nel ritornello somiglia in modo inquietante alla canzone de La bella e la bestia – e l'unico brano che si avvicina vagamente all'idea che mi ero fatta è una cover (“E poi vienimi a dire che questo amore non è grande come tutto il cielo sopra di noi” di Moltheni). Non fate come me, non lasciatevi ingannare dalle parole “elettrizza”, “multieffetto”, “loop-machine” e non aspettatevi musica da locale underground, questa è musica da ristorante. Stellato magari, ma sempre ristorante.
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La recensione Respiro EP di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-07-06 00:00:00
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