Chi ha avuto la fortuna di assistere alle selezioni padovane di “Rock Targato Italia 2002” ricorderà senz’altro con piacere l’esibizione dei Libidomeccanica. Ora che giunge il sospirato omonimo cd-r, la voglia di ritrovare il vitale rock figlio degli 80, della lezione del Bowie berlinese e dei Prodigy, e però fortemente personale, è tanta.
Purtroppo l’attesa è parzialmente delusa. E la ragione si trova nelle note di copertina: la data di registrazione è il 2001. Un anno, nel caso dei Libidomeccanica, ha voluto dire veramente molto. Certo qui c’è la preistoria della band e molte belle qualità messe in mostra dal vivo sono già presenti: le chiusure dei pezzi improvvise - quasi che l’Enel abbia staccato la corrente -, il lavoro prezioso delle tastiere, una vocazione avanguardistica e melodica al tempo stesso che ne fa un prodotto fruibile trasversalmente. E ci sono pure i testi malati e decadenti, così come una certa presenza degli ultimi e migliori Faith No More. Però tutto ancora qui deve trovare la sua forma compiuta. E anzi, troppo forti pare l’influenza di band seminali per il rock italiano come i Marlene Kuntz e i Cccp. Influenze sempre dichiarate dalla band. Ma il bello, nello spettacolo live offerto dalla band, stava proprio nel non trovarne traccia. Addirittura in “Nella pancia del buio” rispuntano i Litfiba di “17 re”. Certo, i migliori Litfiba, quelli che non avevano ancora scoperto che essere tamarri fa vendere dischi. Però “17 re” è un disco del 1989.
Insomma, questo dischettimo dei Libidomeccanica presenta dei lati positivi, ma in complesso l’aria è stantia. Il valore più grande del lavoro sta nell’essere un ricordo di qualcosa che sarà. O meglio, che l’anno scorso doveva ancora essere.
La cosa migliore da fare per i Libidomeccanica? Affrettarsi a registrare un nuovo lavoro che fissi il momento magico esibito nel febbraio scorso dal vivo.
Ne vale la pena.
---
La recensione s/t di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2003-01-07 00:00:00
COMMENTI