Rock progressivo in italiano, fermo purtroppo agli anni 90. Peccato.
I Roccaforte fanno rock con venature prog in italiano. Il loro suono è pieno di tutto quello che si faceva negli anni 90, quando si suonava rock prog. Di quello commerciale, tipo gli ultimi Marillion fortemente imparentati coi Timoria, non quello strepitoso che negli anni 70 ci glorificava agli occhi del mondo. Quindi in ordine: tastiere con suoni non aggiornati, chitarre di precisione (mi piace pensare che siano Ibanez) col rack di effetti infinito, batteria e basso tecnici ed impeccabili, voce con estensione notevole, abbastanza duttile, pop quanto basta, sulla falsariga di quella di Francesco Renga. Sono molto bravi ma la loro musica è già stata suonata da altri, tanti altri, un bel po' di anni fa e nel 2013, purtroppo, il loro posto non può che essere quello da finalisti dei concorsi rock indetti dal comune o nei pub, con qualche chance in più d'estate, nelle rassegne rock. Le regole non le faccio io e ora va così.
Posso solo consigliare il necessario aggiornamento, l'ascolto di musica recente se non proprio contemporanea. Nel caso vogliate tentare la carta pop, la stoffa l'avete, però dovete limare quei lunghi solo di chitarra, ormai anacronistici. Se invece volete conservare l'animo prog, epico ma anche cantautorale, come nella bella "L'aquilone", allora è necessario smorzare i suoni barocchi. Non basta crederci, non basta la tecnica, ci vuole anche un minimo di collocazione nell'attuale, altrimenti si rischia di sciupare il talento, che in questo caso c'è eccome. Ma non è quello il punto.
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La recensione Sintesi di Scritto da Giulio Pons è apparsa su Rockit.it il 2013-09-23 00:00:00
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